Le avventure gastronomiche del nevrotico Basilio – Il sogno infranto
Basilio, un ometto afflitto dal suo corpo gracile e pallido, sta accompagnando Miranda, la donna che ama segretamente da anni, al loro primo appuntamento. Ci sono voluti tre mesi prima che lui trovasse il coraggio d’osare invitando la collega del servizio amministrativo cimiteriale. Tutto è iniziato a giugno, mentre Basilio, affetto da una grave forma di romanticismo, lemme lemme passeggiava lungo la battigia alla foce del Tagliamento, a Lignano Riviera. Lì, notò il ristorante “Alla vecchia finanza” e l’idea di pranzare con Miranda gli arrivò improvvisa e violenta assieme a un colpo di sole. Quale altro ristorante poteva competere con quella vista superba? È il fascino del Delta, dove acque dolci e salate s’incontrano per la prima volta. E i verdi, cangianti di giorno, si fondono a sera in una colata metallo dove affonda il sole. Invitare Miranda a fine agosto è stata una strategia da Casanova: la luce obliqua del giorno rende i contorni definiti, pittoreschi e il paesaggio appare un paradiso di sabbia gialla, dietro al quale la Macchia Mediterranea si offre come un’alcova. Una sportellata in bocca riporta bruscamente Basilio al presente. Miranda non si accorge che quel perfetto gentiluomo le sta aprendo la portiera dall’auto. L’incanto s’incrina e da quel momento l’ometto piomba nella sua insignificanza, sentendosi goffo ad ogni movimento. Per fortuna che, al ristorante, l’accoglienza del personale gli restituisce un po’ di fiducia in se stesso, facendolo sentire uno che conta. Ed eccoli lì, i due piccioncini, seduti a un tavolo candido che, per come è allestito, emana sapore di mare prima ancora d’avere il pesce in bocca. Tutto è tornato perfetto. Prima di ordinare, Basilio si congeda educatamente per raggiungere la toilette. Ed è qui che un secondo duro colpo lo distoglie dal sogno. A terra, c’è una rivoltante fanghiglia grigia, stile bagni ufficio spiaggia. L’idea di tornare al tavolo con le suole bagnate di quella palta sospetta gli fa passare l’appetito. Mentre si lava le mani, una donna lo sorprende alle spalle prendendo del sapone: «Mi scusi – si giustifica – ma nella toilette delle donne manca». A questo punto, l’idea romantica di Basilio sembra compromessa. Al tavolo però, ancora una volta, le premure del personale ben addestrato allontanano i brutti pensieri. Ma le insidie continuano… Dopo lo stappo del vino, si commette un piccolo sacrilegio: il collo della bottiglia viene pulito con una polliciata decisa. Ben dissimulando un attacco di bile, Basilio alza il calice e il suono argentino del cristallo riaccende la magia. Miranda è irresistibile con gli occhiali da presbite, intenta nella lettura del Menù, un foglio dalla calligrafia svolazzante. Ordinano spaghetti alle vongole, sauté di cozze, triglia in crema di cavolfiore affumicato ed emulsione di ricci di mare, e linguine al gransoporro e rosmarino. Prima di iniziare, i piccioncini ricevono una minuscola entrée di benvenuto. Basilio ama i francesismi, ma trova che quella polpettina di ricotta al nero di seppia, sembri un sacchettino di nylon in mezzo al degrado cittadino. Ma chi è lui per giudicare l’estro altrui? È la volta dell’atteso spaghetto alle vongole: un mucchio di gusci vuoti accompagnato da un mucchietto di molluschi seppelliti sotto a un gomitolo d’alpaca. Basilio sta precipitando nello sconforto, identificandosi con quel piatto insipido. Gli spaghetti alle vongole sono un classico intramontabile, come il Principe di Galles e la moka Bialetti. Sono una delle poche certezze nella vita e nessuno dovrebbe osare di cambiare la loro perfetta geometria. Aglio, pepe nero, prezzemolo, olio, vongole, e spaghetto saltato, ecco l’armonia che nel piatto seduce: molluschi abbarbicati a gusci schiusi conficcati tra i vermicelli, e che si offrono carnosi e in copioso sugo. Anni e anni di esperienza per arrivare all’equilibrio perfetto, decantato perfino da Ippolito Cavalcanti! E così, davanti al suo scialbo piatto, Basilio si convince che lo spaghetto alle vongole dovrebbe essere tutelato delle Belle Arti, mentre inizia a contare gusci e frutti di mare nella speranza che i numeri, almeno, combacino. E che dire del sauté dal brodo così acidulo da rendere impossibile l’ambita “scarpetta”? Quando arrivano le triglie, Basilio ha un piccolo turbamento. Due pescetti minuscoli se ne stanno lì, nudi ed esanimi riversi sopra a un cavolo di salsa. Gli sembrarono sacrificati al suo capriccio, e gli fanno tenerezza. Non si era mai commosso davanti a un piatto di triglie. Piuttosto insipide, a parer dell’amata Miranda, le linguine. Ma alla fine i conti tornano, e il pepe mancante sulle vongole finisce sullo scontrino fiscale, la portata più saporita della giornata: 118.50 euro. Ma se il cibo non è stato all’altezza del sogno, resta un asso nella manica: la passeggiata lungo il fiume, dove a tardo pomeriggio la spiaggia sembra una distesa di mussola rosa. Ma Miranda declina l’invito, l’aspetta una lezione di pilates. Il colpo di grazia al sogno del romantico Basilio.
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